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martedì 7 dicembre 2010

Non è solo una storia d'amore...EKATERINA E SERGEI


NEW YORK

Questa è una storia dove lo sport fa nascere, esistere, vivere, vincere, morire, perdere, rinascere. Una storia di due ragazzi russi che s' incontrano molto giovani. Lui ha 15 anni, è già alto e pattina bene sul ghiaccio, lei ne ha 11, è magra ed è ancora incerta. Ma gli allenatori decidono che Sergei Grinkov e Ekaterina Gordeeva possono essere una buona coppia per il pattinaggio artistico russo e che d' ora in poi si alleneranno insieme, nonostante la differenza di età e di esperienza. Lei, che è agli inizi, non trova la sua presa e per due volte si rompe le braccia. Lui è preoccupato: la ragazzina è terrorizzata, non riesce a migliorare e soprattutto non riesce ad atterrare su una gamba sola. Le ci vorrà un anno per farlo. Finalmente a Calgary, Olimpiadi dell' 88, lui e lei vincono la medaglia d' oro e lui si accorge che la ragazzina scheletrica è diventata una bellissima donna, dal sorriso affascinante. Ma come dirle che oltre allo sport c' è dell' altro? Sergei ci prova nella vecchia maniera la notte di Capodanno: posso darti un bacio? Può, può. Ma sull' autobus della squadra dovranno baciarsi nascosti dal giornale. Nel ' 91 i due si sposano, un anno dopo nasce Daria, nel ' 94 Grinkov e Gordeeva rivincono le Olimpiadi, a Lillehammer. Sono in due sul ghiaccio, ma a voi sembra di vedere una persona sola. A fine anno si trasferiscono in una piccola città americana, a Simsbury, nel Connecticut, dove l' inverno è simile a quello di casa, e dove abita una piccola comunità di altri pattinatori russi. Due mobili, una macchina, tanti viaggi ovunque, e sempre il ritorno a Simsbury. Perché Sergei che un po' l' americano lo capisce, ma si rifiuta di parlarlo, ci tiene alla sue radici, e preferisce cenare a casa. La coppia viene scritturata per "Stars on Ice", un tour professionistico dove finiscono i più bravi, i più perfetti, i più belli. Nel novembre scorso Sergei e Ekaterina stanno allenandosi vicino a Lake Placid. Lei vede che lui è un po' pallido, che i movimenti non gli riescono bene, sta per chiedergli cos' ha quando lui si piega un po' troppo su di lei e non si rialza più. "Era bianco, freddo, ma non credevo fosse una cosa seria". Viene chiamata l' ambulanza. Il dottore che lo visita non registra segni vitali: "Il polso non batteva più, abbiamo provato a stimolare il cuore, tutto inutile". Sergei se ne va, a 28 anni. Per un infarto. Al primo sciagurato segno d' imperfezione che il suo cuore gli invia. Almeno suo padre, prima di morire a 56 anni, di segnali ne aveva avuti tre. Ekaterina che aspetta fuori, non capisce bene l' inglese, e così quando il dottore le dice che non rivedrà più suo marito, non si preoccupa. Al medico non resta che farle vedere chi è il cadavere sotto il lenzuolo. "Sembrava dormisse, aveva ancora i pattini ai piedi, glieli ho tolti io, ho preso anche il suo orologio e la fede. Mi chiedevo, come si può morire così giovani, all' improvviso?". Quattro giorni dopo a Mosca ci saranno i funerali nella sede sportiva dell' Armata Rossa. Ekaterina, che ha 24 anni, lascia la figlia ai nonni e si rifugia nel piccolo e vuoto appartamento di Mosca che la coppia non aveva mai voluto cedere. "Con due soli mobili, il letto e la tv. Ma lì sentivo che Sergei c' era ancora e che non avrei pattinato mai più". Marina Zueva, la vecchia allenatrice, la costringe ad uscire, a svagarsi con i concerti e i balletti. Ma non funziona. Per chi è nato e ha trovato la felicità sul ghiaccio c' è solo una cosa da fare: ritornarci. Ekaterina telefona a Simsbury e si fa mandare i suoi pattini. Prova qualche passo, troppo incerto, troppo diverso da prima. E si sente ancora più lontana e vuota, perché lei non ha mai pattinato sola. Era sempre e solo con lui. Ma lo sport non è sempre calpestare gli altri, è anche affetto e memoria. E i vecchi avversari e amici di Grinkov decidono che il 27 febbraio dedicheranno una serata d' esibizione al grande campione. Ci sono tutti i più grandi e le più grandi: Scott Hamilton, Brian Boitano, Katarina Witt, Kristie Yamaguchi. Nessuno si sente di chiedere a Ekaterina qualcosa in più, se non di partecipare come spettatrice. Ma lei di nascosto prova ad allenarsi, anche se sui pattini non riesce ancora a fermare il tremito. E fa sapere che nella serata ci sarà anche lei. Sul ghiaccio. Quella sera c' è stata all' Hartford Civic Center, un mese fa. Quando le luci hanno illuminato la pista lei era al centro, con una sottoveste bianca e grigia. "Ricordati che Sergei ti aiuterà a pattinare, cerca di sentirlo con te", le ha sussurrato la vecchia allenatrice e coreografa. Quella sera, le sue braccia hanno cercato qualcuno che non c' era, hanno annaspato nell' aria, prima esitanti, poi più sicure, sempre più tese verso l' altro, invisibile. Come se fossero ancora in due, dando l' idea di essere ancora in due. E tutti hanno pianto: per se stessi, per lei, per lui, per la vita che viene e se ne va, per la Quinta Sinfonia di Mahler, per tutto quello che la musica, la danza, e il sentimento non hanno bisogno di spiegare con le parole. Anche lei. Mentre sotto i riflettori stringeva al collo la sua bambina bionda, Daria. Per poi sorridere. E la notizia non è come e quando lo sport può riscaldare il cuore, ma che Ekaterina Gordeeva dal prossimo mese tornerà a pattinare in tour. A fare quello che non credeva più di saper o voler fare.

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